L'unione europea aveva sottolineato con due direttive l'importanza dell'introduzione di misure penali che colpissero i comportamenti anti-ambientali. Dopo un ulteriore richiamo, avvenuto a giugno, il Consiglio dei Ministri si è deciso e ha approvato il tanto rimandato testo di legge che introduce sanzioni penali detentive, oltre a quelle pecuniarie, ontro i reati ambientali, attuando importanti modifiche al codice penale, al codice ambientale e perfino al d.lgs 231/2001 sulla responsabilità degli enti. Il testo di legge in esame punisce, per la prima volta severamente, quelle condotte che mettano in serie pericolo l'equilibrio ambientale, riconoscendoli come illeciti penali, e innovativamente prevede una responsabilità penali di enti e persone giuridiche per alcuni reati ambientali. Per prima cosa, il decreto al suo articolo 1 prevede l'introduzione di due nuove figure di reato: all'art. 727bis il reato di uccidere, distruggere, prelevare o possedere fuori dai casi consentiti esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette e all'art. 733bis il reato di distruggere o comunque deteriorare significativamente un habitat protetto; queste due fattispecie prevedono, per la loro violazione, una pena detentiva da uno a sei mesi o un'ammenda fino a 4. 000 euro nel primo caso; e fino a diciotto mesi e con l'ammenda non inferiore a 3. 000 euro Il testo di legge ha introdotto un nuovo articolo all'interno del decreto legislativo 231 del 2001: l'art 25-undecies che prescrive specifiche sanzioni quando il reato ambientale sia commesso a favore o a vantaggio di un ente. Quando uno dei reati ambientali elencati nel Codice penale sia attribuibile ad un ente, questi sarà sottoposto a una sanzione pecuniaria. Ad esempio quando una violazione integri il reato all'art. 727-bis la sanzione pecuniaria è moltiplicata per 250 volte; e da 150 a 250 volte quando invece si configuri il reato all'art.733bis. Il giudice fisserà l'importo, caso per caso, sulla base di una valutazione delle condizione economiche e patrimoniali dell'ente responsabile del reato. Questo intervento legislativo riconferma l'importanza del progressivo adeguamento del d. lgs. 231/2001.